La negazione del cambiamento climatico è un fenomeno complesso che implica uno scontro tra fatti e valori. Sebbene vi sia un forte consenso scientifico sul fatto che il cambiamento climatico sia reale e principalmente causato dalle attività umane, alcune persone continuano a opporsi a questa realtà. Ecco alcuni punti chiave da considerare:

  • Ragionamento motivato: Spesso la negazione avviene perché la scienza del clima è in conflitto con le convinzioni e i valori esistenti. Le persone tendono a ragionare intorno ai fatti, difendendo il loro istinto iniziale piuttosto che valutare imparzialmente le prove.
  • Minacce alla visione del mondo: L’idea del cambiamento climatico può minacciare la nostra visione del mondo. Accettarlo potrebbe richiedere cambiamenti significativi nello stile di vita, il che può essere scomodo.
  • Paura dell’interruzione: Alcuni temono lo sconvolgimento della società causato dalla transizione verso un’economia a basse emissioni. Invece di agire in base alle loro preoccupazioni sopprimono la verità.
  • L’industria dei combustibili fossili: Sebbene alcuni sostengano che i combustibili fossili guidino la crescita economica, è essenziale riconoscere che limitare il loro uso non necessariamente blocca la crescita. Esistono percorsi alternativi per uno sviluppo sostenibile.
  • Responsabilità: Le aziende produttrici di combustibili fossili svolgono un ruolo significativo nelle emissioni di gas serra. Un rapporto del 2017 ha attribuito a queste industrie il 70% delle emissioni nell’arco di due decenni.

In sintesi, il rifiuto del cambiamento climatico è influenzato da fattori psicologici, visioni del mondo e interessi acquisiti. Impegnarsi in conversazioni rispettose e sottolineare i valori condivisi può aiutare a colmare il divario tra scienza e convinzioni personali.

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